Tutto cominciò alla Biblioteca centrale di Ingegneria, verso l'una e un quarto di ieri.
Devo prendere in prestito un libro che alla Biblioteca centrale non era prestabile. Il sistema avvertiva che copie prestabili erano presenti nei dipartimenti di Fisica Tecnica, di Principi e Impianti per l'Ingegneria chimica e di Scienze Chimiche. Vabbè inizio con quello di Fisica Tecnica, di cui, ovviamente, ignoravo completamente l'esistenza.
Via Venezia 1. Allora cominciamo col dire che la mappa che il sistema ti offre per raggiungere il dipartimento segnala in modo molto approssimativo dove è il civico della via in questione. E proseguiamo col dire che l'approssimazione faceva coincidere nello stesso punto: il dipartimento di Fisica Tecnica, il dipartimento di Ingegneria Meccanica, la facoltà di Psicologia, l'ufficio di presidenza di Ingegneria, la sede centrale della Segreteria studenti e la cittadella degli studi di Psicologia. Ora l'unico che non sapevo individuare a occhio perché non l'avevo neanche mai sentito nominare (secondo me non c'è neanche nelle bacheche elettroniche, ma dettagli) è il dipartimento di Fisica Tecnica. Motivo per cui appena giunto in via Venezia, circa presso il civico 1, non ho la benché minima idea di dove voltarmi. Alla fine per affinità seguo l'indicazione (tra l'altro, miracoli della segnaletica, questo insulso dipartimento non era neanche indicato!) per Ingegneria Meccanica.
Man mano che mi avvicino alla portineria vedo affissi dei fogli su un muro che avvertono che la biblioteca è proprio dietro quel muro, ma che per raggiungerla è necessario: entrare più avanti dalla portineria (vabbè, già c'ero in cammino), proseguire a destra per il corridoio che porta alle aule (che aule? Ce ne stanno una decina in quel dipartimento!) e poi svoltare a destra per poi in fondo in fondo, a destra, individuarne l'ingresso. Un giro in tondo in poche parole, genialate che solo a Ingegneria diresti di trovare. Entro in biblioteca, faccio per consegnare il badge in accoglienza e chiedo:"E' questa la biblioteca di Fisica Tecnica?" e la tipa "No." "Ah. E dov'è la trovo?" "Sa che non è ho la benché minima idea?". Bene. Lei prosegue "Dovrebbe essere qua nei paraggi" "Il sistema diceva che si trovava in via Venezia 1" al ché lei "Ah beh se è per quello anche qui siamo in via Venezia 1". Bene. Ringrazio e esco.
Erano ormai le due passate e un sole del cazzo che arrivava perpendicolare alla mia testa. Non sapendo che fare, comincio a girare per gli edifici di Ingegneria Meccanica in direzione del Vallisneri. Ricercando l'ombra mi trovo a fare il giro dal retro in un parcheggio desolato, al cui centro spiccano tre indicazioni: dietro di te, Ingegneria Meccanica, davanti a te, Complesso di Biologia, alla tua sinistra, Fisica Tecnica. Mi volto a sinistra. Sul retro dell'edificio da cui ero appena uscito campeggiava l'insegna "Dipartimento di Fisica Tecnica". Più nascosto no eh? Entro. Non c'è nessuno. La portineria è vuota e tutti i corridoi sono sbarrati da porte automatiche in vetro che non si aprono. Salgo le scale e al primo piano leggo un cartello ridicolo: "Per accedere alla biblioteca del secondo piano, utilizzare il presente telefono, chiamare il 6881 e farsi aprire la porta". Non potevo crederci, salgo al secondo piano senza toccare il telefono e constato che l'unica porta (tra l'altro sprovvista di qualsiasi indicazione che faccia pensare ad una biblioteca) è bloccata. Bisognava davvero chiamare per farsi aprire?! Ma è assurdo! Stavo per bussare quando leggo un foglio (l'ennesimo fottutissimo foglio) con su scritto: "La biblioteca è chiusa". Porca puttana.
Esco da Fisica Tecnica promettendomi di non tornarci mai più. Fa schifo quanto la materia che insegna. Con passo deciso (era passata oltre un'ora da quando ero uscito dalla biblioteca centrale!) sorpasso il ponte e mi dirigo verso Scienze Chimiche. L'interchimico mi ha sempre messo soggezione. Tra l'altro se era possibile individuare all'interno della zona degli istituti due edifici diametralmente opposti, quelli erano l'interchimico e Ingegneria Meccanica. Dettagli. Quando la porta automatica si chiude dietro di me, mi ritrovo di fronte alla portineria più lunga che mi sia capitato di vedere, al cui interno ciacolavano allegramente due tizi. Mi informo su dove si trovi la biblioteca, il primo mi fa "Al secondo piano". Okay, mi giro e vedo due rampe di scale. Penso 'boh porteranno comunque al secondo piano no?' e prendo quelle di destra. Al ché il secondo tizio mi fa "Fermo! Devi prendere quelle di sinistra! Ma arrivato al pianerottolo del primo piano non proseguire al secondo (tra me e me, 'eh beh ovvio troppo facile sennò!'), bensì esci nel corridoio e prosegui a destra. Poi vedrai un rampa di scalette alla tua sinistra. Non prenderle ('sempre più intuitivo!') . Quindi vai dritto e quando vedi un corridoio alla tua sinistra... sorpassalo ('mi sta prendendo per il culo'). Ad un certo punto vedrai una porta priva di indicazioni ('scommettiamo che devo entrarci?') e devi entrarci ('eccola là!'). Sali le scale fino al secondo piano e ci sei. E ci sono. Seguo pedissequamente le istruzioni e in effetti ci sono.
La biblioteca di Scienze Chimiche è altissima. Non mi spiego da dove diavolo salti fuori tutto quello spazio. In ogni caso mi reco all'accoglienza, consegno il badge e mi informo se il libro nelle due ore non era stato dato via (ormai mi sarei aspettato anche quello!). "Come ha detto che si intitola?" mi fa la ragazza "Mass Transfer, di Sherwood" "Uhm, mi controlli se ho scritto giusto?" ('ma sono veramente a Scienze Chimiche?') faccio il giro del bancone. Aveva scritto mass traser. "No guarda è transfer, nel senso di trasferimento" Scrive trasfer "Con la enne", la correggo. "Ah adesso ho capito!" fa lei. Ha tutta la mia comprensione. Mi stacca un post-it e mi fa "660-284, dovrebbe essere quella libreria in fondo là". Finalmente! Mi dirigo alla libreria a parete (una parete enorme, una libreria enorme) e comincio a studiare la classificazione. I libri alla mia altezza recavano codice 680. Alzo gli occhi di uno scaffale. 675. Altro scaffale. 670. Altro scaffale. 665. E poi là, sullo scaffale più alto di tutti, là giaceva nobile il libro che mi serviva. Sullo scaffale più alto di tutti. Guarda la scala con cui uno dovrebbe recuperare il proprio libro autonomamente. Io soffro di vertigini. Non esiste che salga su quella scala.
Torno in accettazione e dico alla ragazza "Guarda io il libro l'ho anche trovato, ma è sull'ultimo scaffale e soffro di vertigini. Saresti così gentile da prendermelo?" La tipa mi ricambia lo sguardo di sufficienza che le avevo lanciato (un po' arrogantemente!) quando aveva sbagliato per due volte il titolo del libro. Inoltre sembrava ben poco entusiasta di dover salire su quella scala. In ogni caso prende il libro e dopo un po' con un sospiro me lo porge. Ce l'avevo tra le mani. Finalmente. "Scusa, potresti firmare qui ora?", al ché mi ridesto, firmo la ricevuta e esco. Fuori dall'interchimico la porta automatica si chiude dietro di me.
La troia, sono le tre.
Chetz